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TEST 167 – [Nodo 3 – Risonanze Temporali] Risonanze metriche indotte e coerenze di scala (5–10 Gyr)

Scopo del test
L’obiettivo di questo test è stato quello di verificare se, in un contesto in cui la metrica non presenta oscillazioni proprie, possano comunque emergere risonanze temporali di grande respiro come effetti di memoria e di coerenza di scala. Il problema scientifico posto non è stato quindi quello di identificare cicli rigidi e intrinseci, ma piuttosto di comprendere se la struttura del tempo, pur conservando una forma monotona, sia in grado di lasciare un’impronta che si manifesta come ricorrenze su archi di miliardi di anni. Ciò significa indagare la possibilità che esistano segnali a lungo termine che non derivano da oscillazioni native, ma da coerenze prodotte dal raccordo metrico e dai modi in cui i fenomeni cosmici proiettano nel tempo la propria attività.

Descrizione della funzione
La funzione analizzata è regolare, continua e derivabile a ordini molto alti lungo l’intero intervallo temporale di interesse. La sua natura intrinseca non produce fluttuazioni ripetitive, ma mostra una struttura che, una volta osservata in scala logaritmica, diventa lineare e priva di curvatura propria. In un simile scenario, eventuali segnali ritmici non possono avere origine dalla funzione stessa, ma vanno cercati in due direzioni complementari: da un lato, nella memoria impressa in epoche precedenti e trasmessa come traccia sottile lungo le epoche più tarde, dall’altro, nelle modalità con cui gli eventi astrofisici, campionando la metrica su finestre temporali estese, finiscono per evidenziare coerenze che altrimenti resterebbero nascoste. In questo senso, la funzione non fornisce direttamente cicli periodici, ma offre la base su cui fenomeni di memoria e proiezione possono costruire risonanze percepibili.

Metodo di analisi
Per condurre l’indagine è stato adottato un metodo che si articola in tre percorsi paralleli, ciascuno volto a esplorare un aspetto diverso della possibile comparsa di risonanze. Nel primo percorso, quello della memoria logaritmica, la funzione è stata trasformata nella variabile s = ln t e sottoposta a una convoluzione con un kernel che riproduce l’effetto di memoria del raccordo. In questo modo si è cercato di cogliere eventuali riprese della pendenza che possano tradursi in ricorrenze temporali. Nel secondo percorso, quello della coerenza osservativa, si sono considerati gli andamenti medi di famiglie di fenomeni cosmici come esplosioni ad alta energia, supernovae, tassi di formazione stellare e attività galattica, trattandoli come envelope osservativi da confrontare con la struttura della metrica. Si è quindi valutata la stabilità della coerenza, testandone la resistenza a variazioni di parametri e alla traslazione di finestre temporali. Infine, nel terzo percorso, quello dei controlli nulli, si è creato un modello di riferimento privo di memoria e si sono generate serie surrogate degli envelope, così da garantire che eventuali segnali emersi non fossero semplici artefatti casuali.

Risultati ottenuti
L’analisi ha mostrato che il primo percorso, quello basato sulla memoria logaritmica, produce due riprese della pendenza che si ripetono a distanze quasi costanti e che, una volta riportate in termini di tempo, corrispondono a intervalli di circa cinque miliardi di anni. Queste riprese restano visibili anche quando si modificano entro limiti ammissibili i parametri del kernel, segno che non si tratta di un effetto fragile o spurio. Nel secondo percorso, dedicato alla coerenza osservativa, è emersa una corrispondenza significativa tra la metrica e una delle famiglie di envelope analizzate: qui la coerenza ha superato la soglia di stabilità ed è rimasta robusta anche al variare dei parametri di smoothing. Le altre famiglie osservate, invece, hanno mostrato segnali più deboli, talvolta al di sotto della soglia operativa, talvolta instabili al cambiare delle finestre. I controlli nulli hanno confermato che la coerenza osservata nella famiglia positiva non era dovuta al caso, mentre hanno azzerato i segnali incerti delle altre famiglie.

Interpretazione scientifica
Questi risultati portano a un’interpretazione chiara: la metrica, in questa fase, non contiene ciclicità proprie, ma trasmette comunque una memoria capace di generare risonanze percepibili quando i fenomeni cosmici campionano la sua struttura su archi temporali sufficientemente ampi. Le due riprese logaritmiche individuate, insieme alla coerenza robusta trovata in una sola famiglia osservativa, costituiscono l’evidenza di un fenomeno reale, anche se non universale. La mancanza di conferma indipendente su più famiglie suggerisce che non si tratti di un ciclo globale che interessa l’intero cosmo, ma di un segnale più selettivo, che emerge in condizioni particolari e non si generalizza a tutti i dataset. È una traccia di memoria e di coerenza di scala, compatibile con la logica informazionale del tempo, ma non ancora consolidata come regola cosmica universale.

Esito tecnico finale
Il test può essere considerato parzialmente superato. Da un lato sono stati ottenuti segnali solidi nel canale di memoria e in una specifica famiglia osservativa, esclusi dagli scenari nulli e quindi non riconducibili a fenomeni casuali. Dall’altro, non è stata raggiunta la replicazione indipendente in almeno una seconda famiglia di dati, condizione necessaria per dichiarare un superamento pieno. L’esito tecnico stabilisce quindi che esistono indizi consistenti di risonanze metriche indotte, ma la loro estensione e il loro grado di generalità restano da consolidare con analisi ulteriori e con l’ampliamento delle famiglie osservate. Il risultato complessivo è quello di una validazione parziale che non indebolisce il modello, ma lo definisce con maggiore precisione, mostrando fino a che punto la memoria del tempo riesce a farsi osservabile e dove invece non produce ancora segnali universali.

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